Il Consigliere regionale Petraroia chiede interventi in grado di rilanciare il tessuto economico regionale e tutelare gli ex dipendenti della Gam, dell’Ittierre e del settore metalmeccanico.

Nella seduta della Seconda Commissione Regionale del 26 aprile u.s. si è svolta l’audizione dell’Assessore alle Attività Produttive, Carlo Veneziale, sui contenuti dell’Accordo di Programma in via di predisposizione con il Governo sull’area di crisi industriale complessa Bojano – Isernia – Venafro.

La sessione di lavoro è stata opportunamente registrata e non appena la struttura consiliare completerà l’istruttoria sarà possibile acquisire il resoconto al fine di disporre di ogni informazione utile sui tempi, le modalità, l’entità degli interventi e le tutele in via di inserimento nell’Accordo di Programma giunto alle battute conclusive.

Nell’arco delle poche settimane che ci separano dalla firma dell’Accordo tra Governo e Regione Molise, è ancora possibile implementare il documento, sollecitare una dotazione finanziaria più significativa, riportare impegni diretti del Ministero del Lavoro per agevolare la ricollocazione dei dipendenti dell’ITTIERRE, della GAM e del settore metalmeccanico, chiamare in causa il Ministero dei Lavori Pubblici sulla realizzazione di infrastrutture a supporto della competitività territoriale e acquisire nello strumento di programmazione l’appostamento del ristoro totale e/o parziale in favore del Molise dei 142 milioni di euro sottratti ingiustamente con la dotazione dei fondi europei POR 2014/2020 e non compensata con il fondo FSC 2014/2020.

Dalle comunicazioni dell’Assessore alle Attività Produttive permane una impostazione burocratica dell’Accordo di Programma che si limita ad appostare dei fondi in un bando per incentivare le imprese con un impegno complessivo a carico dello Stato, di gran lunga inferiore alle aspettative. E’ scomparsa la modulazione di un’Intesa politico – istituzionale con cui il Governo si impegnava a risarcire il Molise sul taglio ai fondi europei, ed è scomparso ogni riferimento ad un’azione di rilancio economico, innalzamento della competitività sistemica locale e capacità di ricollocare i lavoratori espulsi delle filiere del tessile, dell’avicolo e del settore metalmeccanico.

L’Accordo di Programma per come ci è stato anticipato è uno strumento che finanzierà un numero limitati di investimenti imprenditoriali, non farà cenno a percorsi concreti di rilancio attrattivo del territorio, e sarà già molto se menzionerà le misure di politiche attive del lavoro o la realizzazione di opere infrastrutturali strategiche di supporto. Il Ministero del Lavoro nel corso degli ultimi mesi si è sfilato dal tavolo tecnico presso il Ministero dello Sviluppo, facendosi sostituire dall’Agenzia ANPAL che non dispone di particolari mezzi o strumenti finanziari a sostegno della ricollocazione occupazionale degli addetti ITTIERRE, GAM e del settore metalmeccanico.

Con il Ministero delle Infrastrutture non si è fatto alcun approfondimento operativo connesso alla stipula dell’Accordo di Programma riferito all’elettrificazione della tratta ferroviaria Campobasso – Roma e del collegamento con l’alta velocità Napoli – Bari attraverso la linea Bojano – Benevento. Ciò che più preoccupa è che si giunga alla stipula dell’Accordo con il Governo senza la profilazione nominativa dei lavoratori interessati e con il rischio che al 5 novembre per i 300 dipendenti della GAM non sia più disponibile alcuno strumento di tutela del reddito.

Considerati i limiti di un’impostazione tipica della burocrazia ministeriale e priva di qualsiasi visione politica, è indispensabile agire in queste settimane per chiedere l’inserimento di fondi nazionali aggiuntivi finalizzati a ricollocare i lavoratori, a garantire un più ampio spettro di investimenti imprenditoriali privati e a sostenere la realizzazione di opere infrastrutturali strategiche per tirare fuori dall’isolamento l’area Bojano – Isernia – Venafro.

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