Con l’audizione delle parti sociali, in Prima Commissione, in merito al bilancio di previsione 2017/2019 e alla legge di stabilità regionale 2017, sono di fatto iniziate le attività propedeutici all’approvazione dell’importante documento economico finanziario regionale. “E così come accade ogni anno, puntualizza Tecla Boccardo, ci ritroviamo a fare le prime osservazioni, sfavorevoli, sul metodo, ancor prima di analizzare i numeri e le virgole sciolinate nelle pieghe del Bilancio.

Lo ripetiamo ancora una volta e crediamo di interpretare il pensiero comune anche di altri protagonisti del mondo sociale ed economico: non è possibile in pochi giorni studiare, approfondire ed elaborare proposte rispetto a un documento complesso e corposo come un Bilancio di previsione. Riteniamo che il vero confronto avvenga attraverso il coinvolgimento continuo e metodico delle parti sociali e non con l’invito ad intervenire a formali ed asettici appuntamenti percepiti e praticati come atti burocratici e amministrativi dovuti.”

“Premesso questo, osserviamo che il Bilancio di previsione 2017-2019 della Regione Molise, pur se fortemente condizionato dall’extra deficit sanitario, non rappresenta quel tanto atteso documento di svolta per lo sviluppo e la coesione del nostro territorio. Purtroppo, non intravediamo provvedimenti per migliorare il lavoro e l’occupazione, né tantomeno vi è un abbozzo per un nuovo modello di sviluppo, di politica industriale, di politiche attive e formazione, di efficientamento della pubblica amministrazione. Lo sviluppo e gli investimenti sono demandati alle sole risorse “fresche” dei Fondi strutturali europei e al fondo di Sviluppo e Coesione, in quanto non vi sono risorse proprie di bilancio impegnate su tali attività.

Nella manovra varata dalla Giunta non si intravedono quei provvedimenti volti alla diminuzione del carico fiscale regionale. Insomma, ironizza Boccardo, così come disegnata si prefigura paradossalmente come una “fiscalità di svantaggio” per cittadini e imprese! Tanti tagli, poi, ai servizi, alla sanità in particolare al finanziamento per la garanzia dei LEA, alle politiche sociali, all’istruzione, al trasporto pubblico locale, al turismo alle politiche giovanili, allo sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell’ambiente, all’edilizia abitativa. Questo Bilancio, così come si presenta adesso, non punta nè allo sviluppo né alla crescita nè alla coesione sociale.

In sintesi, una manovra che non ha un’anima sociale e che evidenzia una politica miope che non coglie i reali problemi del Molise e dei molisani! Questa la critica del segretario della UIL Tecla Boccardo, che continua “Certo siamo consapevoli che i numerosi problemi di natura finanziaria della Regione provengono da lontano e non si risolvono dalla sera alla mattina, ma ci avevano raccontato, negli anni passati, che già il 2016 sarebbe stato l’anno della svolta, ma ancora una volta, invece, si chiedono sacrifici ai molisani! Siamo dell’avviso che si debba cambiare verso alle politiche finora messe in campo, con un piano di sviluppo di valenza triennale che affronti i temi dello sviluppo, della crescita, dell’occupazione del benessere sociale.
Come UIL abbiamo sempre fatto la nostra parte presentando al Governo regionale proposte per lo sviluppo, per un fisco più equo e che superasse le attuali disuguaglianze ed iniquità, soprattutto per i redditi medio bassi. Così come chiediamo da anni di restituire competitività alle imprese e rendere un po’ più attrattivo il Molise in termini di investimento, riducendo selettivamente le aliquote dell’IRAP alle imprese che assumono.” “Purtroppo, qualora non si interverrà con concreti correttivi al documento, assisteremo ad un nuovo “allontanamento” della programmazione economica dalla realtà aumentando la nostra preoccupazione per il futuro.

Siamo coscienti delle difficoltà e dei vincoli da rispettare e apprezziamo il lavoro che si sta portando avanti in alcuni specifici settori, conclude Boccardo, ma riteniamo che i tanti problemi che attanagliano il tessuto socio-economico molisano debbano essere affrontati con responsabilità, con un piano di sviluppo di medio termine che affronti i temi della crescita, dell’occupazione e del benessere sociale, attraverso quale metodo di confronto, serio e inclusivo, che continuiamo a chiedere ma che ad oggi ancora non riusciamo a raggiungere.”

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