E’ notizia ultima dell’approvazione in Commissione alla Camera dei Deputati dell’art. 34 bis , del decreto “manovrina” economica, e che presto avrà la fiducia del Parlamento. Ciò comporta che il P.O.S. 2015-2018, e l’attuazione da parte degli organi territoriali competenti, è legge dello Stato.

Era l’unico modo per “blindare” il P.O.S., concordato e condiviso con il Tavolo tecnico Interministeriale, ed infine approvato dalla conferenza Stato-Regioni, per evitare ostacoli (ricorsi, impugnazioni,…) nell’attuazione.

Non era possibile fare una legge regionale per il P.O.S. 2015-2018, essendo la regione Molise esautorata poiché commissariata sin dal 2009. Neanche il Commissario-Presidente Frattura poteva legiferare non avendo i poteri, come disposto dalla sentenza della Corte Costituzionale.

L’unica possibilità rimasta era appunto approvare il P.O.S. con legge dello stato, ottenendo il Governo e le Regioni la garanzia di attuazione del piano programmato, sperare di rispettare il piano di rientro e l’eliminazione del disavanzo di gestione che ancora si registra.

Ciò anche perché oltre ai fondi assegnati, come per le altre regioni, al Molise il Governo centrale ha concesso altri 40 milioni di euro con la legge finanziaria 2016, a cui si aggiungono altri 73 milioni di euro, nei tre anni: 2015-2016-2017, del fondo di solidarietà delle regioni.

La procedura adottata oggi per il Molise, è un film già visto. E’ stata attuata nel 2011 con la regione Abruzzo, sempre per il piano sanitario, allora vigeva la “filiera istituzionale” di centrodestra: Berlusconi – Chiodi Presidente Abruzzo; oggi si ripete con quella di centrosinistra: Gentiloni – Frattura.

Tutto ciò, però, non toglie che si possa fare appello alla Corte Costituzionale, chiedendo l’incostituzionalità dell’attuale legge, cosiddetta “manovrina”, lo stesso all’epoca fecero in Abruzzo, dove comunque il TAR e il Consiglio di Stato continuarono ad accogliere i ricorsi, nonostante la Corte non si fosse ancora espresso.

Noi invece riteniamo, come si è sempre sostenuto e si continua a sostenere, che la via maestra per risolvere il problema Sanità del Molise, è una vera battaglia da condurre in parlamento e far modificare il famigerato decreto Balduzzi, quello di attuazione degli standars ospedalieri, oltre il Patto della Salute 2014-2016.

Questo obiettivo si raggiunge solo con l’impegno di tutti, in primis della delegazione parlamentare, supportata dall’intera classe dirigente locale,associazioni di categorie,…, e con il sostegno di tutte le forze politiche e sindacali nazionali, da chiedere, senza elemosinare, come un diritto a tutela della salute anche dei cittadini del Molise, nel rispetto della nostra Costituzione.

Riteniamo sia questo l’impegno che tutti dobbiamo assumerci, evitando solo con sterile e, forse, strumentali polemiche politiche, diversamente, parafrasando come diceva Franco Califano, “…. tutto il resto è noia!”. Il Comitato San Timoteo di Termoli, è pronto, e garantisce il suo impegno.

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