Lo Stato si conferma un pessimo e tardo pagatore. L’Amministrazione finanziaria in Italia impiega mediamente 8,4 anni per rimborsare le imposte, contro una media europea di 3 mesi.

Neanche la presentazione della dichiarazione dei redditi con il modello 730 garantisce un rimborso fiscale celere. Infatti, se supera i 4.000 euro, i tempi di attesa sono superiori a 12 mesi a causa dei ritardi dell’amministrazione finanziaria nel controllo preventivo.

E’ questa la sintesi della nuova inchiesta condotta dal Centro Studi e Ricerche SociologicheAntonella di Benedettodi KRLS Network of Business Ethics per conto di Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani. In Italia quando si tratta di pagare le tasse il fisco non perdona. Basta anche un solo giorno di ritardo per far scattare sanzioni ed interessi da capogiro. Ma sul versante opposto, lo Stato, invece, si conferma il peggior pagatore in Europa.

Secondo la classifica di Contribuenti.it, l’Italia si aggiudica il ‘primato europeo’ per la lentezza nei rimborsi fiscali con 8,4 anni, seguita dalla Grecia (3,6 anni), dalla Bulgaria (3,1 anni) dalla Romania ( 2,9 anni) dal Portogallo, dalla Spagna e Estonia (2,8 anni), da Cipro ( 2,6 anni) dalla Polonia ( 2,1 anni) dalla Francia (1,2 anni), dal Regno Unito, Finlandia, Irlanda, Slovacchia e Lituania (1 anno), dalla Germania, Paesi Bassi, Lituania, Slovenia, Repubblica Ceca, Malta e Ungheria (0,8 anni), dall’Austria, Lettonia, Croazia, Belgio (0,4 anni), dalla Svezia (0,2 anni) e dalla Danimarca e Lussemburgo (0,1 anni).

In Italia, in cinque anni, il debito pubblico per i rimborsi fiscali si è quasi raddoppiato passando da 23,6 miliardi del 2012 a 48,6 miliardi del 2017, da rimborsare a 11,3 milioni di contribuenti. Nel 2017, i contribuenti maggiormente penalizzati dai mancati rimborsi dei crediti fiscali sono quelli residenti nelle regioni del Sud Italia con in testa i residenti in Campania, con +226,8%. Secondo e terzo posto spettano rispettivamente ai residenti nel Molise con + 220,3% ed in Puglia con +212,3%.

Tutto questo accade perché l’ Amministrazione finanziaria, dopo 17 anni, non ha ancora dato attuazione all’art. 8 dello Statuto del contribuente, in dispregio della Carta Costituzionale, che prevede la possibilità di pagare tutte le imposte mediante compensazione dei crediti tributari.

“Per esigenze di cassa non si può sempre far leva sui rimborsi fiscali – afferma Vittorio Carlomagno, presidente di Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani – Agiremo innanzi alle Commissioni tributarie e alla Corte di giustizia europea per far valere i diritti dei contribuenti italiani.

I fondi recuperati dalla lotta all’evasione fiscale non sono stati utilizzati per ripianare i debiti che lo Stato ha nei confronti dei contribuenti. Urge un’armonizzazione fiscale in modo che, quanto prima, in tutta Europa, la tassazione possa essere omogenea e i rimborsi fiscali possano essere erogati con gli stessi tempi e modalità”.

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