di Pietro Tonti

Non è possibile, concepibile, un vero abominio. La morte silente di questa regione, ma soprattutto della provincia di Isernia continua inesorabile.

Naturalmente, oltre alla gente che fugge da questo luogo diventato inospitale, ci riferiamo ai presidi diretti dello Stato e della regione. Con un disegno sempre in “deminutio capitis” oramai questa ex provincia di Isernia sta diventando un piccolo paesino dell’Italia centro meridionale, in cui lo Stato elimina e taglia i maggiori presidi, mentre la regione si adegua ai diktat del Governo per giungere allo scopo, quello di rendere insostenibile vivere e progredire in questo luogo.

Quello che sta avvenendo è un vero regresso, paragonabile solo al secondo conflitto mondiale, ma silente, senza bombardamenti, comunque micidiale per il popolo isernino. Il tutto è programmato, voluto da questo spettro di Governo . Non ci sono proteste che tengano, prese di posizione sindacali, il dado è tratto verso il declino.

Giunge ultima, la notizia della possibile chiusura anche della Casa Circondariale di Ponte San Leonardo. Il carcere isernino, rientrerebbe in una scelta che il ministero della Giustizia potrebbe attuare a seguito della riorganizzazione del Provveditorato Amministrazione Penitenziaria che vede il Molise accorpato con l’Abruzzo e il Lazio.

 Quando se ne parla – come è avvenuto per altri peculiari presidi – alla fine della giostra si concretizza. Addio anche al carcere, dopo la Camera di Commercio; gli uffici postali aperti nei paesi a giorni alterni; la cancellazione della Polizia Ferroviaria e quello imminente della Polizia Postale, si potrebbe aggiungere la chiusura del Tribunale pentro.  Potrebbe chiudere i battenti in un prossimo futuro anche la prefettura. Se per il momento questa ipotesi parrebbe essere stata scongiurata dall’ex governo Renzi, potrebbe di nuovo rientrare nell’ottica della diminuzione dei presidi dello Stato su questa terra, con l’esigenza di minore spesa.

A questa catastrofe va aggiunta quella della sanità, lo sventramento degli ospedali di Isernia, Venafro e Agnone; quello dell’accorpamento degli uffici regionali su Isernia e Venafro; Il commissariamento di enti e uffici funzionali al territorio – con bilanci attivi- come il Consorzio di Bonifica di Venafro. Il rischio chiusura dell’ufficio Agricolo di Zona sempre di Venafro. Osserviamo decadenza e menefreghismo nella mancanza di finanziamenti agli enti sub regionali, come il parco Regionale dell’Olivo e assistiamo alla chiusura dei musei come il Winter Line per sfratto esecutivo.  Cosa rimarrà di questa provincia, di queste città?

L’oblio nella disperazione dei suoi abitanti: pensionati e badanti, se non si riesce ad invertire questa tendenza al suicidio collettivo.

Politicamente inconsistenti, i nostri rappresentanti con ruoli assessorili in regione e in parlamento, impegnati nelle futuribili aggregazioni e nel salvataggio delle loro ricandidature, attraverso comunicati stampa positivisti e incongruenti, lanciano ai cittadini manifestazioni di impegno, di tavoli di concertazioni nei segmenti dell’umano agire, mentre in questa provincia si respira un’aria tipica, di quelle in cui è stata depositata una carogna in stato di putrefazione avanzata.

E’ inutile, incongruente, relativo sforzarsi nell’affermazione ridondante e logorroica che quella di Frattura è una politica “Campobasso centrica”: lo è di fatto!

Voleva la distruzione della provincia di Isernia? C’è riuscito, eliminando assessori scomodi, che tendevano al rispetto e al progresso di questa terra e posizionando alternative vicine al suo disegno “tabula rasa” per l’intera provincia pentra.

Attività Produttive, sempre più improduttive: benissimo!

Povertà e disoccupazione in crescita esponenziale su Isernia e Venafro: ottimo!

Se nell’Highlander – l’Ultimo Immortale di Russell Mulcahy ne rimaneva solo uno, qui non ci rimarrà nessuno.

E in ordine di apparizione, come nei titoli di coda di un film drammatico, dalla trama straziante che finisce con la morte del personaggio principale, non possiamo non ringraziare in ordine di importanza per lo sfacelo pentro: il Casting.

In ordine di distruzione:

Paolo Di Laura Frattura nel ruolo di Presidente della Regione Molise

Carlo Veneziale nel ruolo di Assessore regionale alle Attività Produttive e Marketing Territoriale

Vittorino Facciolla nel ruolo di Assessore regionale all’Agricoltura e delle politiche Sociali

Pierpaolo Nagni nel ruolo di Assessore regionale ai Trasporti

In ordine di salvataggio, in mare in tempesta con barca di carta pesta:

Danilo Leva nel ruolo di Deputato

Laura Venittelli nel ruolo di Deputato

Roberto Ruta nel ruolo di Senatore

Ulisse Di Giacomo nel ruolo di Senatore.

Ed è l’ora di scrivere “ The End” su questa  pellicola tutta molisana, in attesa di aggregazione ad una macro regione e al collasso politico della classe dirigente.

 

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